giovedì 24 maggio 2007

Una gustosa ricetta

Il fecondo e sempiterno ingegnere Vaccarezza, come tutti sanno, ha avuto un glorioso passato di pizzaiolo. Ha inoltre un debole per le patatine, come del resto anche altri noti pornodivi. Ha legato indissolubilmente il suo nome alla cima alla genovese. Ed è particolarmente ingordo di farinata e coppa del nonno.

Ma oltre a tutto ciò, vi sono molte altre cose da scoprire nella odorosa e succulenta cucina dello chef Nicola Vaccarezza. Egli ha dato alle stampe in passato un libro implacabile oggi ritirato dal commercio per ragioni di ordine pubblico e di salvaguardia della fauna nazionale, ma che ebbe un discreto successo commerciale, provocando la morte di innumerevoli innocenti animali e determinando altresì l'estinzione di alcune preziose specie faunistiche.

Ci riferiamo al famigerato Cucinare con garbo e bestiacce, edito dalle Edizioni Cavalcare nel lontano 1984. In tale saggio egli sosteneva, con gusto e sagacia, come trarre profitto e godimento palatale da animali raramente consumati a pasto.

Riportiamo per i nostri golosi lettori una di quelle ricette, tanto piacevole al gusto quanto nocivo al wwf:

Pasta al corvo.

Tempo di preparazione: mezz'ora.
Difficoltà: media.

Catturate un grosso esemplare di pennuto con il piumaggio nero. Legatelo per una zampa e fissate l'altra estremità a una gamba del vostro tavolo da lavoro. Lasciatelo poi libero di svolazzare a piacimento per la cucina. Pelate ora accuratamente patate e cipolle. Nel frattempo tritate quattro ramarri a fettine sottili sottili e lasciateli rosolare nel barolo.
Fate bollire un capiente pentolone d'acqua e salate. Gettate la pasta, possibilmente maccaroni, e scolatela quando vi appare pronta.
Gettatevi dentro le fettine di ramarro, le patate e le cipolle. Versate un filo d'olio a crudo.
Munitevi di una comune grattuggia metallica. Catturate l'esemplare pennuto e afferratelo saldamente sul suo cranio coriaceo. Grattate un'abbondante sfarinatura di becco sul piatto fumante. Non curatevi dei vani tentativi di svolazzamento.
Servite in tavola e... bon appetit!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sembra piuttosto gustosa, la proverò senz'altro!
Grazie e ancora una volta grazie al sagacissimo ingegner Vaccarezza per aver saputo esplorare i più reconditi meandri dell'arte culinaria ed averne estratto questa ennesima prelibatezza. Un novello Prometeo che svela ai mortali i segreti degli dèi!