venerdì 15 dicembre 2006

Una canzone per la Cavalla


Là nella capanna,
laggiù nel bosco nero,
c'era un cow-boy che si chiamava Piero.

E la sua cavalla dormiva nella stalla
mentre lui beveva lentamente il the.

Il cow-boy Arturo
pian pian scavalca il muro
e la cavalla a Piero gli rubò, oibò.

Ma l'indiano bello
col chiodo nel cervello
la cavalla a Piero gli portò, oibò.

Il testo di questa bella canzone, che è stata musicata anche da Eric Clapton, da Little Tony e da Fabio e i Quattro CA., è di discussa attribuzione. I soliti bene informati sostengono che sia nata dalla fervida immaginazione di un celebre autore delle Edizioni Cavalcare, che non possiamo nominare per paura di censure e rappresaglie, ma di cui potete leggere le peggiori nefandezze qui.

Costui, che per comodità chiameremo l'Innominabile, decise di mettere in musica il bel brano che avete letto, con specifiche allusioni a dei personaggi poi divenuti celeberrimi.

E' piuttosto ovvio chi sia il barbuto Piero protagonista della vicenda, per cui non ci dilungheremo. Anche sul personaggio della Cavalla non ci sembra il caso di dover specificare di chi si tratta, dal momento che il nostro intero blog equino è dedicato alla glorificazione del celebre ingegnere.
Piuttosto occorre mettere in evidenza chi siano gli altri due personaggi: 1) il cow-boy Arturo (di cui si può vedere una fotografia) e 2) l'indiano bello col chiodo nel cervello.

Quanto al primo, trattasi probabilmente del celebre geografo Fabio Pieders, altro stimatissimo autore di saggi per la Cavalcare, non nuovo a imprese di furti di Cavalle.

Il secondo, l'indiano col chiodo nel cervello, è chiaramente Nicolaspinetto: l'epiteto "Bello" sta lì a dimostrarlo.

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