Una poltrona per la Cavalla
Una nutrita delegazione di autorevoli personaggi, alcuni dei quali occupano posizioni di vertice nell'impero finanziario della Cavalcare, si sono recati presso l'edificio chiavarese ove dimora il seducente ingegnere e gli hanno lasciato in omaggio, come segno del loro rispetto e della loro profonda ammirazione, il mobile di cui si può ammirare una fotografia qui a fianco.
Tale notizia, di per sé insignificante, ha anche un significato recondito.
A quanto risulta da voci di ben informati, che hanno riferito la faccenda a un agente Cavalcare infiltrato presso di loro, il florido ingegnere avrebbe per lungo tempo desiderato di possedere una poltrona di tal fatta. Ovviamente tale mancanza non gli derivava da deficienza di denaro, tenendo conto di quali proporzioni abbia l'impero economico di cui il Vaccarezza regge il timone: il motivo per cui la Caviglia non si era mai concesso il piacere di una poltrona era puramente scaramantico.
Infatti il proteiforme ingegnere dalla bizzarra filosofia ha sempre sostenuto due cose: che l'assonanza fa la persona (per cui una malgascia non sarà mai una brava ragazza) e che solo i gli stupidi, le checche e gli amici acquistano poltrone.
Aveva ragione anche stavolta.
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