Vaccarezza mugnaio
Otto giorni addietro, intorno alle ore 16, il poderoso ingegnere Nicola Vaccarezza si è risvegliato in una piscina olimpionica interamente colma di scarabei.
Privo di alcuno scrupolo, ma non prima di una sana nuotata rinvigorente, il mellifluo ingegnere chiavarese si è recato con alcuni dei suoi fidati collaboratori da un severo e misterioso Notaio, al quale ha ingiunto di rogare immediatamente un atto di acquisto di un mulino.
Il notaio, dopo aver accuratamente chiuso la porta del suo ufficio e aperto prudenzialmente la finestra, si è dato ai più truci rogiti, che hanno turbato la quiete degli ignari passanti. Ad ogni modo, pochi minuti e alcune migliaia di euro dopo, il Cavalcare è uscito dallo studio notarile - sempre seguito dai suoi fidi collaboratori - e si è recato nella località ove è sito il mulino testé acquistato.
Quivi giunto, ha posto ai ceppi i suoi fidati collaboratori, collegando le loro catene di metallo arrugginito alla potente mola del mulino; dopodiché, munitosi di un giunco, si è dilettato per alcuni minuti a sferrare sonore sferzate sulle natiche degli ossequiosi impiegati.
La mola ha così preso a roteare, prima lentamente, e poi in modo via via sempre più vorticoso. Purtroppo il Cavalcare ha dimenticato di porvi cereali, così come ha dimenticato legati alle catene i suoi umili collaboratori, che si trovano tuttora legati mani e piedi al temibile MULINO VACCAREZZA.
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